Il Bonus per le mamme lavoratrici cambia e allarga la platea delle potenziali beneficiarie. All’esonero contributivo previsto fino a tutto il 2026 per le lavoratrici dipendenti del settore pubblico e privato con contratto a tempo indeterminato e madri di tre o più figli, si affianca ora una nuova tipologia di contributo, sancita dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. In attesa del decreto attuativo e delle istruzioni dell’INPS per le domande, ecco le caratteristiche principali del “nuovo” sostegno economico.
Innanzitutto non si tratterà più di un esonero contributivo, ma di un bonus in denaro, erogato direttamente alla lavoratrice. L’importo sarà di 40 euro netti al mese per ogni mese effettivamente lavorato nell’anno, fino a un massimo di 480 euro complessivi.
Le beneficiarie del bonus sono due categorie di madri lavoratrici, in base al numero di figli. Da un lato le madri con due figli (il più piccolo di età inferiore ai 10 anni nel 20025) che sono lavoratrici dipendenti o autonome, purché iscritte a una gestione previdenziale obbligatoria. Dall’altro lato le madri di tre o più figli (il più piccolo di età inferiore a 18 anni nel 2025), anche in questo caso lavoratrici autonome o dipendenti a tempo determinato.
Sono escluse le lavoratrici domestiche e le madri con contratto a tempo indeterminato. Quest’ultime come detto continueranno a beneficiare dell’esonero contributivo fino a 3.000 euro annui, valido fino a fine 2026.
Per poter accedere al beneficio, oltre ai requisiti sopra indicati, è necessario che il reddito da lavoro (esclusi dunque altri redditi come affitti o investimenti) non superi i 40.000 euro lordi annui. Il contributo non sarà soggetto a imposte e non inciderà sul calcolo dell’ISEE.
Il pagamento avverrà in un’unica soluzione nel mese di dicembre 2025. Le lavoratrici dipendenti riceveranno il bonus nella busta paga, mentre le lavoratrici autonome e le libere professioniste lo riceveranno tramite INPS o l’ente previdenziale di riferimento. A differenza del bonus basato sulla decontribuzione, il contributo dovrà essere richiesto direttamente dalle lavoratrici. Sarà l’INPS, con una apposita circolare, a comunicare le istruzioni operative e le tempistiche esatte per la presentazione delle domande.