Nel giro di un anno, le rette delle case di riposo del territorio sono aumentate di 4 euro al giorno. E i costi per le attività sportive dei figli sono cresciuti fino al 400%. Sono solo due dei dati, emersi dall’incontro “Per una conversione ecologica che parta da noi” promosso dalle Acli di Venezia a Zelarino, che danno l’idea di come la crisi energetica degli ultimi anni si sia riversata sulle tasche delle famiglie. E di come la saldatura con la crisi climatica imponga cambi di rotta decisi.
Nato dalla collaborazione con la Comunità Laudato Si’ Venezia 1 e ISRE, il convegno si è inserito nell’alveo del percorso di formazione “Per una conversione ecologica” in corso di svolgimento in questi mesi (ultimo appuntamento lunedì 22 aprile con padre Giuseppe Riggio). “All’approfondimento teorico e di pensiero – sottolinea il presidente delle Acli veneziane Paolo Grigolato – abbiamo voluto aggiungere un momento con un contenuto più pratico e concreto. Perché sul tema ambientale abbiamo la tendenza a spostare la responsabilità su altri, convinti che i nostri gesti quotidiani non possano fare la differenza. E invece nuovi modelli di consumo e di produzione dell’energia, uniti ai passi enormi del progresso tecnologico, possono realmente cambiare la situazione. L’importante è fare scelte informate e consapevoli, a livello individuale e comunitario”.
Secondo Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto, la sfida passa per il nuovo paradigma di una produzione “diffusa” dell’energia, dove più soggetti produttori possono portare maggiore equità. La tendenza è chiara: nei prossimi cinque anni in Italia la produzione da rinnovabili aumenterà di 25 gigawatt, tornando ai livelli di crescita del 2010-2015, la stagione degli incentivi- Una nuova “primavera” energetica di cui saranno protagoniste le Comunità energetiche rinnovabili, come quella promossa dal Patriarcato di Venezia ormai in rampa di lancio. “Creato lo strumento giuridico tramite una fondazione di partecipazione – ha spiegato don Fabrizio Favaro, vicario per gli affari economici –, stiamo elaborando il regolamento e valutando i partner tecnici e commerciali che ci affiancheranno. L’idea è di puntare, nella prima fase, dalla terraferma mestrina, dove possiamo contare su un bacino di 150mila abitanti e una novantina di edifici di proprietà delle parrocchie da sfruttare per la produzione di fotovoltaico”.
Un progetto che va oltre l’aspetto puramente energetico. C’è innanzitutto l’aspetto comunitario, sottolineato da Andrea Grigoletto della Fondazione Fenice: Cer significa riportare al centro i cittadini, spostare la governance dei processi produttivi a beneficio dei territori. E c’è poi l’aspetto solidale, che come spiegato da don Favaro nella Cer del Patriarcato si concretizzerà in particolare nel sostegno alle famiglie in difficoltà economica: attraverso procedure di valutazione che coinvolgeranno anche la Caritas, sarà possibile fornire energia anziché pagare la bolletta, coinvolgendo questi nuclei come soci consumatori. Saranno inoltre sostenute le scuole paritarie e sarà creato un fondo di perequazione per l’efficientamento degli immobili. Ma oltre alle Comunità energetiche ci sono altre proposte alla portata di tutti: come quella della cooperativa veronese WeForGreen, presentata dal vicepresidente Riccardo Tessari, basata sull’idea di un fotovoltaico per tutti e oggetto di un apposito accordo di collaborazione con le Acli di Venezia.
“La partita che stiamo giocando è fondamentale, non solo per il futuro ma anche per il presente – ha concluso Andrea Citron, presidente regionale delle Acli e delegato alle politiche ambientali delle Acli nazionali –. Compito della nostra associazione è quello di rendere il tema ambientale sempre più popolare, fare formazione e informazione con una modalità e un linguaggio alla portata di tutti. Solo muovendoci tutti assieme possiamo vincere questa sfida”.