Oltre 7.300 chilogrammi di eccedenze recuperate. Tredici scuole coinvolte nel progetto. Dodici volontari operativi quotidianamente per il recupero e trasporto del cibo. E, soprattutto, 16.000 pasti – 140 al giorno – serviti a persone in situazione di svantaggio socio-economico. Sono solo alcuni dei numeri, i più significativi, dell’ultima annualità de “La mensa che non spreca”, l’iniziativa per il recupero delle eccedenze delle mense scolastiche promosso dal Comune di Venezia, Cavv-Csv Venezia, Acli provinciali di Venezia e Ames spa.
Arrivato al completamento della seconda annualità, dopo la fase pilota del 2021, il progetto si fonda su un meccanismo ormai collaudato. Da un lato le mense scolastiche di cinque istituti comprensivi di Mestre (Giulio Cesare, Querini, Viale San Marco, Da Vinci e Spallanzani), per un totale di 13 plessi tra scuole dell’infanzia e scuole primarie. Dall’altro le mense solidali per persone senza fissa dimora e in situazione di povertà gestite dalla Casa dell’Ospitalità e dai padri Cappuccini. A fare da “ponte” i volontari di Auser e Anvolt, che da dicembre a giugno hanno percorso quotidianamente una media di 27 chilometri per garantire il trasporto e la consegna del cibo ai beneficiari finali.
Un grande impegno dal punto di vita organizzativo e logistico, per assicurare il corretto trattamento del cibo e la salubrità dei pasti recuperati. Ma soprattutto una grande sfida dal punto di vista sociale, etico e ambientale, a cui la nostra associazione sta cercando di portare il proprio contributo, veicolando strumenti e competenze sviluppate in questo settore dalle Acli in tante altre province italiane. Perché non si tratta “solo” di recuperare cibo che altrimenti andrebbe buttato Ci sono infatti altri numeri che testimoniano l’impatto a tutto tondo del progetto. A livello ambientale, ad esempio, la produzione di un chilogrammo di cibo immette nell’aria 4,5 chili di CO2: recuperare 7,3 tonnellate di alimenti significa una riduzione delle emissioni di CO2 pari a 33 mila kg, il consumo annuo di 500 lavatrici. Ancora, a fronte di un costo medio di 7 euro a pasto, l’impatto economico si concretizza in un risparmio economico pari a 117 mila euro.
E non finisce qui, perché il progetto è in continua evoluzione e miglioramento. A fine anno scolastico, ad esempio, ha ricevuto dal Rotary Club Venezia Castellana la donazione di quattro abbattitori che, installati in altrettante scuole coinvolte nel progetto, permettendo una gestione ottimale delle eccedenze recuperate. Altri passi sono poi in programma per il prossimo anno scolastico. Si sta innanzitutto valutando la possibilità di estendere il progetto ad altre aree del comune di Venezia, coinvolgendo nuove scuole e nuovi beneficiari. Inoltre, a livello gestionale, proprio grazie alle Acli sarà introdotta una app che semplificherà le procedure di registrazione e tracciamento del cibo recuperato. Infine si cercherà di aumentare il coinvolgimento delle scuole con percorsi educativi contro lo spreco, campagne di raccolta fondi a favore del progetto e una più capillare diffusione dei risultati raggiunti, per sensibilizzare a cascata le famiglie e la comunità tutta.