Duecento connessioni attive, molte più persone collegate dietri gli schermi letteralmente da ogni angolo d’Italia: dalla Valle d’Aosta a Messina, passando per Milano, Firenze, Catanzaro e, ovviamente, tanti angoli del Veneto. L’incontro online “L’inverno dei diritti”, sulla crisi dei migranti in Bosnia, è stato anche questo. L’incontro di un’Italia bella, di buona volontà. Che non si arrende alla disumanità ed è sempre alla ricerca di una strada per migliorare questo mondo, per trasformare l’inverno in primavera.
Gran parte del merito va ai due ospiti Silvia Maraone (IPSIA Acli) e Daniele Bombardi (Caritas Italiana), che nel frenetico impegno di questi giorni così difficili hanno trovato il tempo per raccontare e informare. Direttamente da Lipa le loro testimonianze, lucide e coinvolgenti, ci hanno permesso di capire cosa sta succedendo (e perché sta succedendo) lungo la rotta balcanica delle migrazioni. Ci hanno parlato di come la drammatica emergenza di questi giorni, con un migliaio di profughi bloccati nella neve e nel gelo, sia figlia di una mal gestione del fenomeno migratorio che viene da lontano, causata dalla fragilità dello stato bosniaco e dall’incapacità dell’Europa di rendere concreti quei valori di umanità e accoglienza su cui essa stessa è nata. Ci hanno raccontato dei respingimenti arbitrari messi in atto non solo dalla Croazia, ma anche da Italia e Slovenia, in spregio alle normative sul diritto d’asilo, e della difficoltà di spiegare ai migranti che incontrano ogni giorno perché l’Europa non li vuole. Ci hanno raccontato delle condizioni disumane in cui vivono persone in cerca solo di un futuro migliore e dell’infaticabile lavoro svolto dalle organizzazioni umanitarie per cercare di portare un minimo di assistenza. Tanti, tantissimi spunti di riflessioni, che mettiamo a disposizione in basso nella registrazione integrale dell’intervento, in modo da rendere patrimonio comune le riflessioni condivise.
Tante le richieste, arrivate dai partecipanti all’incontro, su come aiutare concretamente in questo momento di bisogno. Da Silvia e Daniele è arrivato un appello accorato ad evitare l’invio di beni materiali, come ad esempio indumenti: alle difficoltà doganali per l’ingresso delle merci in Bosnia (che ricordiamo non appartiene all’Unione Europea), si sommerebbe la difficoltà per le organizzazioni operative sul campo di gestire e immagazzinare le merci, soprattutto in una situazione precaria come quella di questi giorni. La richiesta, per chi desidera dare una mano, è di inviare contributi economici, tramite cui si possa acquistare in loco quanto effettivamente serve e sostenendo così anche la fragile economia locale. I contributi possono essere versati a IPSIA Acli (clicca qui per i dettagli sulle modalità di donazione) o a Caritas Italiana (clicca qui per i dettagli sulle modalità di donazione).
Per chi volesse approfondire la realtà della Bosnia, a partire dalla capitale Sarajevo, segnaliamo il libro “Sarajevo, scuola di pace” di Francesca Bellemo, edito dalle Acli provinciali di Venezia. Un viaggio, al seguito di una scolaresca italiana, alla scoperta di questo martoriato paese, simbolo di un dialogo tra culture e religioni mai spezzato nonostante la guerra. Per ricevere il libro direttamente a casa propria scrivere una mail a segreteria.venezia@acli.it, offerta minima 5 euro.