Dopo due anni di stop forzato causa pandemia, torna con le sagre parrocchiali “Buono oggi e anche domani”, il progetto delle Acli provinciali di Venezia contro lo spreco del cibo. Sono infatti già quattro le parrocchie che hanno aderito all’iniziativa e che metteranno a disposizione degli avventori delle rispettive sagre la family bag offerta dalle Acli per portare a casa i propri avanzi. Nelle prossime settimane “Buono oggi e anche domani” sarà dunque presente alla Festa del Villaggio della parrocchia di San Giuseppe a Mestre, alla Festa di Maggio di Favaro Veneto, alla Sagra di Carpenendo e alla Sagra di San Vigilio a Zelarino. E altri comitati organizzatori si sono già messi in contatto con la nostra associazione per avviare una collaborazione
Il kit antispreco, messo a disposizione dalle Acli e finanziato con le risorse del “Fondo di Solidarietà del Sindaco” del Comune di Venezia, è composto da una borsetta di carta contenete un contenitore richiudibile e riciclabile e l’opuscolo “Impariamo a non sprecare cibo”, con i dati sulla dimensione dello spreco alimentare in Italia e nel mondo e alcuni suggerimenti pratici per ridurre gli sprechi a livello domestico. Un’opera di sensibilizzazione che le Acli veneziane ritengono fondamentale, considerando che la maggior parte dello spreco alimentare proviene dalle famiglie: a livello globale, ogni anno vengono sprecati 121 chilogrammi di cibo pro-capite, di cui 74 a livello familiare, 32 a livello di servizi di ristorazione e 15 a livello di vendita.
L’Italia è sotto questa media, con una media di 67 chili pro capite all’anno in ambito familiare, per un totale di 4 milioni di tonnellate, ma si tratta comunque di numeri ancora troppo alti. “Sono numeri – sottolinea Paolo Grigolato, presidente delle Acli provinciali di Venezia – che ci interrogano, soprattutto a livello sociale ed etico: lo spreco alimentare rappresenta una contraddizione intollerabile di fronte al numero crescente di persone assistite dalle associazioni caritative e ai 7 milioni di italiani che sono in condizioni di povertà alimentare, non potendo permettersi un pasto adeguato almeno una volta ogni due giorni. Ne abbiamo avuto una drammatica controprova durante i periodi più duri della pandemia, con file interminabili davanti alle sedi delle associazioni impegnate nella distribuzione di pasti”. Senza considerare il dato ambientale: lo spreco alimentare in Italia comporta l’emissione di circa 3,4 milioni di tonnellate di Co2, oltre 5 considerando anche le emissioni legate allo smaltimento dei relativi rifiuti. Per questo, prosegue Grigolato, “è necessario lavorare per diffondere di una cultura maggiormente attenta e sensibile all’utilizzo responsabile dei generi di prima necessità, attraverso un cambiamento significativo dei nostri modelli di consumo”.