Ecogiustizia subito, venerdì 28 marzo assemblea pubblica a Venezia

Prosegue il percorso di “Ecogiustizia subito: in nome del popolo inquinato”, la campagna nazionale promossa da Acli, Agesci, Arci, Azione Cattolica, Legambiente e Libera per accendere i riflettori sulle mancate bonifiche delle aree gravemente inquinate. Dopo la giornata di lancio dello scorso 22 gennaio, culminato con la sottoscrizione di un patto di comunità con otto proposte per l’ecogiustizia di Porto Marghera, una nuova tappa è in programma venerdì 28 marzo a Venezia, con un’assemblea pubblica a cui parteciperanno il sociologo Gianfranco Bettin e Petra Scanferla, responsabile del Center for Sustainability Fondazione Università Ca’ Foscari. L’appuntamento è alle ore 18 nella sala del Patronato della Parrocchia dei Carmini, in sestiere Dorsoduro 2667 (Calle lunga San Barnaba).

Una nuova opportunità per riflettere sui temi alla base della campagna e per declinarli sul livello locale, con una particolare attenzione ovviamente alla realtà di Porto Marghera. “Ecogiustizia subito” prende le mosse da un dato inquietante: in Italia 6 milioni di persone vivono in aree gravemente inquinate. A una persona su dieci viene in sostanza negato il diritto alla salute, a un ambiente salubre e allo sviluppo sostenibile dei territori. Un dato che va di pari passo con quello delle mancate bonifiche: ad oggi sono 42 i siti di interesse nazionale in attesa di bonifica (per una superficie di circa 170.000 ettari a terra e 78.000 ettari a mare), e ben 36.814 i siti di interesse regionale, per un totale di 43.398 ettari. Come nel caso di Porto Marghera, sono in molti casi aree produttive dove le mancate bonifiche vanno di pari passo con un processo di de-industrializzazione, che produce solo degrado ambientale e sociale.

Da qui il tour partito a novembre da Casale Monferrato e che si concluderà ad aprile a Napoli, passando per Taranto, Marghera, Priolo, Augusta, Melilli e Siracusa, Brescia e Napoli.

“Chiediamo che venga applicato il principio “chi inquina paga” – sottolineano i promotori -, già fissato da normative nazionali e comunitarie, con impegni concreti e tempi certi per tutelare la salute e risanare le aree inquinate. È fondamentale promuovere, con la partecipazione delle comunità locali, piani di riqualificazione e riconversione dei siti produttivi nell’ottica della transizione ecologica, con la creazione di nuovi posti di lavoro grazie all’economia verde”.

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