Esserci e partecipare per generare cambiamento. Per essere “poeti sociali” capaci di riscoprire il vero senso della libertà, quello di esserci per qualcosa e qualcuno. Anche quest’anno l’avvio della campagna di tesseramento delle Acli provinciali di Venezia e Treviso è stata arricchita dalla presenza e dalle riflessioni del Vescovo di Treviso Michele Tomasi. Domenica 15 gennaio a Maerne mons. Tomasi ha partecipato ad un affollato incontro pubblico (oltre cento i partecipanti), per poi celebrare la santa messa e pregare con tutta la comunità anche per la nostra associazione.
Filo rosso della mattinata il documento preparatorio della prossima Settimana Sociale dei cattolici in Italia in programma il prossimo luglio a Trieste (Al cuore della democrazia: partecipare tra storia e futuro), da cui il Vescovo Tomasi ha tratto una serie di spunti di riflessione per orientare il cammino aclista in questo anno così particolare. Il 2024 è infatti l’anno in cui si festeggerà l’ottantesimo anniversario della fondazione delle Acli, ma anche in cui il percorso congressuale porterà al rinnovo di tutte le cariche sociali, dai Circoli del territorio al livello sociale.
“Il documento ruota attorno tema della partecipazione – ha sottolineato il Vescovo – una delle dimensioni che più ci crea difficoltà in questo nostro tempo, perché è sempre più difficile trovare forze che si vogliano essere parte di processi di cambiamento o di cura. Sembra che in un mondo così frammentato partecipare non serva più a niente. Cosa posso fare io davanti alle grandi questioni del mondo d’oggi, come la pace, la guerra, la giustizia, l’economia, il potere?”
Eppure proprio l’esperienza delle Acli dimostra che, partecipando insieme, si può diventare un soggetto collettivo di cambiamento nella società. “Quando nel 1944 Achille Grandi fonda le Acli non è uno, è un insieme. E non a caso siete è una delle poche associazioni con il nome al plurale, le “associazioni cristiane”. Sono le associazioni, sono le varie realtà territoriali, sono le persone che insieme hanno un grande potenziale di partecipazione e di possibilità di creare dei cambiamenti. Perché ci sono tanti fermenti di cambiamento. A partire da laddove ci sono pezzi più o meno grandi di comunità che si muovono per prendersi cura di qualcosa o di qualcuno, Spesso non siamo abituati a vederli, questi germogli. Ma vederli e farli vedere è il vostro compito, un grande compito”.
È innegabile che la nostra società sia caratterizzata da tante sfide e problemi, “ma questo non è un destino, è una conseguenza delle tante scelte che facciamo. Non posso cambiare le cose con una bacchetta magica, ma posso scegliere se fare o non fare, se partecipare o no, se pensare al tuo bene oppure no”. E allora “da tutti i problemi che abbiamo ripartiamo, nella certezza che anche nel nostro paese ci sono tante prospettive nuove che si aprono, tante belle persone che s’impegnano. Sono quelli che, nella Fratelli tutti, Papa Francesco chiama “poeti sociali”: seminatori di cambiamento, promotori di un processo in cui convergono milioni di piccole e grandi azioni concatenate in modo creativo, proprio come in una poesia”.
“Ecco allora – ha concluso il vescovo – che il motto della vostra campagna di tesseramento, “Ci siamo per”, è sicuramente impegnativo. Ma è bene che sia così, perché se non ci muoviamo per grandi cose, sicuramente non ci muoveremo per le piccole. “Ci siamo”, è questo è già un primo grande fatto. E soprattutto “ci siamo per”, a sottolineare la grande dimensione della libertà che dovremmo riconquistare. Perché siamo liberi se siamo liberi da – dalla povertà, dai condizionamenti, dalle costrizioni esterne – e liberi di – di esprimermi secondo il mio sogno, la mia passione, il mio orientamento di vita. Ma queste due libertà, da e di, vengono tenute insieme solo dal per. Liberi per suscitare qualcosa, per aiutare qualcuno, per costruire insieme. Senza un’idea e un sogno, la libertà si avvita su sé stessa. Alla fine, come ci dice il Vangelo, la nostra vita è piena solo se siamo liberi per amare. La vita per è stata quella di Gesù, che per amore ha dato e ci dà la vita, dimenticando completamente sé stesso e donandosi per gli altri”.