Fuori la testa. Per non andare fuori di testa. È ai nastri di partenza il nuovo progetto promosso dalle Acli regionali del Veneto, che, in collaborazione con le Acli provinciali di Venezia, si concretizzerà anche nel nostro territorio. L’iniziativa, cofinanziata dalla Regione Veneto nell’ambito del Bando ADP 2022, si intitola appunto “Fuori la testa” e punta a dare una risposta all’onda lunga della pandemia. “Se la fase acuta dell’emergenza sanitaria è fortunatamente alle spalle – sottolineano i promotori -, lo stesso non può dirsi degli effetti sul piano sociale. Pensiamo innanzitutto alle persone più fragili, che maggiormente hanno risentito e risentono, dal punto di vista psicologico, dei drastici cambiamenti alla vita relazionale imposti per il contenimento del virus”.
Il progetto, con varie tipologie di azioni, cercherà dunque di sperimentare nuove azioni per contrastare il fenomeno dell’auto-isolamento, coinvolgendo in percorsi di inclusione e socializzazione 670 beneficiari. “Il focus principale saranno i giovani e i giovanissimi under 25, tra i quali dopo la pandemia sono aumentati casi di isolamento, di abbandono scolastico e di comportamenti devianti. L’idea di base del progetto è che non basta uscire: bisogna uscire assieme, mettere insieme le proprie debolezze e difficoltà, ma anche le proprie potenzialità, confrontandosi e accogliendosi gli uni con gli altri”.
Fuori la testa punta a rispondere con azioni diversificate ai bisogni specifici di ogni territorio coinvolto. A Venezia, grazie ad un’ampia rete di partner attivata dalle Acli provinciali, i beneficiari del progetto saranno gli under 25 di origine straniera, con corsi di italiano, percorsi di conoscenza del territorio e la realizzazione di un podcast attraverso cui raccontare le storie di giovani migranti. Saranno coinvolti in particolare, ma non solo, giovani mamme, ragazzi neoarrivati e ospiti delle comunità per minori non accompagnati.
Come sottolineato dall’Osservatorio Regionale Immigrazione, “se per tutti i ragazzi, durante la pandemia, la chiusura delle scuole ha toccato non solo gli apprendimenti ma anche le relazioni, per i ragazzi di origine straniera ciò è stato se possibile più devastante perché si è tradotto nella chiusura di quegli spazi che consentono loro di differenziarsi dall’esperienza dei genitori”. Due le conseguenze principali. Da un lato un rifugiarsi nel “virtuale”, con un utilizzo ancora più intensivo del cellulare. Da questo punto di vista molti ragazzi si sono letteralmente “chiusi”, perdendo capacità di rapportarsi ai coetanei particolarmente nei casi in cui vi erano già delle difficoltà precedenti. Dall’altro lato la possibile partecipazione a più o meno improvvisate “organizzazioni di strada”, che hanno rappresentato una sorta di luogo, sia pure deviante, di ritrovo della dimensione di socialità”. Ora, con il progetto Fuori la testa, si cercherà di contrastare queste tendenze, proponendo dinamiche sane di incontro e socialità.
Altre tipologie di azione saranno realizzate nel Veronese e nel Trevigiano, sempre grazie all’impegno delle rispettive sedi provinciali delle Acli. “Sfruttando l’organizzazione a rete delle Acli – concludono i relatori – puntiamo a realizzare in ogni territorio azioni pilota e valutarne l’efficacia, così poi da renderle replicabili attraverso future iniziative anche in altri contesti della nostra regione”.