Radicati ma in difficoltà: i migranti nel Veneziano visti dalle Acli

Quasi seimila utenti in un anno, una media di 23 al giorno. I servizi offerti dalle Acli provinciali di Venezia,attraverso gli sportelli Caf e Patronato presenti in tutta la provincia,rappresentano un osservatorio privilegiato sul fenomeno delle migrazioni nel nostro territorio. Sono infatti 5.995 i cittadini stranieri che, ad oggi, si sono rivolti alle Acli nel 2018, con un aumento del 13% rispetto al 2017. Un campione significativo, pari al 7% degli stranieri residenti in provincia, da cui muovono alcune riflessioni dell’associazione in occasione della 18 dicembre, data in cui si celebra la Giornata internazionale dei diritti dei migranti istituita dalle Nazioni Unite nel 2000.

“Crediamo che il primo diritto da garantire a queste persone – sottolinea il presidente delle Acli provinciali di Venezia Paolo Grigolato – sia di essere considerate cittadini a tutti gli effetti. I primi ad essere danneggiati dal crescente clima di allarme e divisione, se non di vera e propria discriminazione, sono proprio i migranti. A partire da quelli regolari, che rappresentano la stragrande maggioranza dei migranti presenti in Italia e che, anche nel nostro territorio, sono da tempo parte integrante del tessuto sociale ed economico. Le migliaia di donne e uomini che passano per i nostri uffici sono persone che lavorano,producono e pagano delle tasse. I loro figli nascono qui, frequentano le nostre scuole. Un esercito silenzioso, che non fa notizia, che non chiede assistenza ma pieni diritti”.

Tra i dati elaborati dalle Acli provinciali, ne spiccano alcuni di particolare interesse che testimoniano la prevalenza di progetti migratori a lungo termine, messi in atto da persone e famiglie che vedono il loro futuro in Italia. Un fenomeno, dunque, sempre più stabile, anche nei numeri, come dimostra l’aumento di sole duemila unità dei residenti stranieri in provincia (attualmente 84.710) registrato nell’ultimo anno. Tra le statistiche Acli, ad esempio, emergono le 1.068 pratiche dello Sportello Immigrati del Patronato (il 17% del totale) che comprendono richieste di cittadinanza (81), di permessi di soggiorno di lungo periodo (180), di rinnovi del permesso di soggiorno (807). O ancora il fatto che il 35% delle pratiche legate al Premio alla nascita e il 42% di quelle relative al Bonus bebè, nonché il 46% delle richieste di detrazione per figli, siano state presentate da cittadini stranieri. Statistiche ancora più significative considerando che gli stranieri rappresentano solo il 16% degli utenti totali dei servizi Acli.

Ci sono poi anche dati che testimoniano situazioni di difficoltà. Il reddito medio dichiarato dagli utenti stranieri, ad esempio, è pari a 15.198 euro, il 27% in meno rispetto agli utenti italiani. E, tra coloro che si rivolgono al Caf per la denuncia dei redditi, il 33% risulta incapiente, ovvero con un reddito così basso da non essere tenuto a pagare l’Irpef né, al contempo, poter beneficiare di detrazioni. Un dato che, tra gli utenti italiani, scende al 15%.

“Sono dati che ci interrogano – conclude Grigolato – e ci spingono ad impegnarci sempre più per una società in cui ogni persona, indipendentemente dalla propria origine, possa svilupparsi pienamente e portare il proprio contributo alla comunità. Per questo, come Acli, al primo posto mettiamo sempre gli ultimi, i più in difficoltà, senza distinzioni tra italiani e stranieri. Convinti che una società più giusta ed equa sia, in fin dei conti, una società più sicura”.

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