Importante scadenza fiscale in arrivo: si avvicina infatti il termine per il pagamento dell’acconto Imu, fissato per lunedì 16 giugno. Una scadenza senza particolari sorprese: in linea generale la quota da pagare entro il 16 è infatti pari al 50% dei tributi versati nel 2024. Fanno eccezione gli immobili che, tra il 2024 e il 2025, siano stati oggetto di un cambio di utilizzo, con conseguente variazione dell’aliquota di riferimento, o di una compravendita, caso in cui occorre calcolare la ripartizione del tributo tra venditore e acquirente. Per il resto degli immobili, come detto, non c’è nessuna particolare novità.
Nei prossimi mesi bisognerà invece prestare più attenzione alla rata di saldo, in scadenza il lunedì 16 dicembre. In quell’occasione dovranno infatti essere tenuti in considerazione gli eventuali cambi di aliquota deliberati dai singoli Comuni.
Al di là della variabile delle aliquote, le regole di applicazione dei tributi rimangono sempre le stesse. Ricordiamo in particolare che vige l’esenzione a favore delle abitazioni principali, ovvero quelle dove il possessore e la sua famiglia hanno stabilito la residenza anagrafica e la dimora fisica. Fanno eccezione le dimore di lusso accatastate in A1, A8 e A9, sulle quali il pagamento dell’Imu è dovuto, godendo comunque di una detrazione fissa pari a 200 euro.
Devono inoltre pagare l’IMU i proprietari di fabbricati diversi dall’abitazione principale, aree fabbricabili e terreni agricoli.
Vanno poi considerate le esenzioni per l’immobile assegnato all’ex coniuge legalmente separato, per l’immobile degli appartenenti alle forze dell’ordine trasferiti per ragioni di servizio, per gli alloggi sociali e per gli immobili occupati. C’è infine il caso delle coppie sposate con doppia residenza e domicilio, per le quali vale ormai la doppia esenzione indipendentemente dal Comune nel quale si trovano, fermo restando l’utilizzo delle due case come rispettive abitazioni dei due coniugi.
Si ricorda inoltre che è prevista la riduzione del 50% della base imponibile per le abitazioni concesse in comodato d’uso ai parenti in linea retta fino al primo grado, a patto che il contratto di comodato sia registrato e che il comodante risieda anagraficamente nonché dimori abitualmente nello stesso comune in cui è situato l’immobile concesso in comodato.
Tutti gli sportelli Caf Acli della provincia di Venezia sono a completa disposizione per consulenze e per il calcolo dei tributi dovuti.