Molti lavoratori si preoccupano di conoscere la propria posizione previdenziale solo quando si è prossimi al pensionamento. Il rischio è di avere, a distanza di decenni, brutte sorprese, perché si scopre l’assenza dei contributi obbligatori a causa di omissioni da parte dei datori di lavoro oppure per il mancato accredito dei periodi lavorativi da parte dell’Istituto previdenziale o ancora per anomalie riguardanti i propri dati anagrafici. Mancanze a volte banali, ma che possono comportano ritardi di mesi nella liquidazione della pensione. Con l’aiuto del Patronato Acli andiamo ad analizzare le casistiche più ricorrenti.
Errori anagrafici. Spesso accade che sia addirittura impossibile risalire alla posizione assicurativa del cittadino a causa della presenza di errori anagrafici. La “chiave” degli estratti contributivi è il codice fiscale che a volte, nel corso degli anni, può avere una codifica diversa per, ad esempio, la presenza di un secondo nome non considerato nell’emissione del primo codice rilasciato, oppure per una modifica del codice catastale del comune di nascita.
Assenza dei contributi figurativi. Per i periodi nei quali vi è stata un’interruzione del versamento dei contributi da parte del datore di lavoro a causa di malattia, gravidanza o infortunio, viene riconosciuta comunque la validità del periodo ai fini previdenziali. Se tali periodi non risultano nell’estratto conto, è possibile avviare la procedura per il corretto accredito. Anche i periodi di servizio militare (o servizi sostitutivi, come i servizi prestati quale obiettore di coscienza o il servizio civile) sono validi ai fini pensionistici e, se assenti, possono essere inseriti nell’estratto conto.
Omissione dei contributi da parte del datore di lavoro. Nel caso di assenza di contributi per omissione del versamento da parte del datore di lavoro, è possibile procedere al recupero senza oneri economici per il cittadino, con un’istanza all’Istituto previdenziale. Attenzione però alla prescrizione che fa decadere da questa possibilità: per questo è importante non aspettare il momento del pensionamento ed è necessario richiedere subito il proprio estratto conto contributivo. Il termine di prescrizione per il versamento e il recupero dei contributi è di 5 anni, a meno che il lavoratore o i suoi superstiti non segnalino all’INPS l’esistenza di un rapporto di lavoro non dichiarato (lavoro nero). In questo caso, il termine si estende a 10 anni. È importante notare che, anche in quest’ultimo caso, la denuncia del lavoratore deve avvenire prima della scadenza della prescrizione quinquennale per attivare il meccanismo di raddoppio della prescrizione da cinque a dieci anni.
Come è facile intuire, quindi, essere in possesso del proprio estratto contributivo è come avere l’estratto del nostro conto corrente bancario: deve essere verificato con la stessa, o maggiore, attenzione, per potere avere la certezza che la propria domanda di pensione sia un adempimento svolto con serenità e al riparo da sorprese. Ricordiamo come sempre che le sedi del Patronato Acli della provincia di Venezia sono a disposizione per consulenze previdenziali personalizzate e per la ricostruzione della propria situazione contributiva (appuntamenti anche online tramite il portale prenotazioni.patronatoacli.online).