In ricordo di Paola, una riflessione sul passaggio intergenerazionale nelle Acli

Paola Pellizzon, dirigente delle Acli tra gli anni ‘60 e ’70, dal 15 settembre non è più tra noi. Faceva parte di quella generazione di uomini e donne, di età ormai vicina agli ottanta anni, che hanno costruito le Acli veneziane. Paola, insieme a tanti altri giovani, si formava sui temi nazionali e locali a partire dai Circoli Acli, luoghi di relazione, dibattito, elaborazione finalizzati all’impegno ed all’azione sociale. In quegli anni veniva dato largo spazio alle encicliche papali, al Magistero sociale della Chiesa. Si affrontavano i temi, sempre attuali, del lavoro, dell’autonomia e dell’unità sindacale, della sanità, dell’assistenza, delle pensioni. Emergeva con forza il problema della riforma della politica nelle Acli e nel mondo cattolico.

Nei primi anni ’60 Paola iniziò la sua esperienza nel Circolo di Mirano, assieme ad altri giovani come Marta Farinati (poi delegata nazionale) e Mirco Bonato, venendo scelta come delegata femminile di Gioventù aclista e contribuendo ad affrontare i problemi del territorio, in particolare nel campo della cooperazione. In ricordo di quelle esperienze, vogliamo esprimere la nostra riconoscenza a Paola e a quanti fanno parte della sua generazione, alle donne e agli uomini che hanno condiviso una esperienza di impegno nelle Acli e nella società cimentandosi con i problemi del proprio tempo e usando gli strumenti allora disponibili. Molti di essi sono ancor oggi testimoni attivi nella vita sociale.

Ma oggi e nel prossimo futuro ci sarà ancora bisogno di persone impegnate nelle Acli e nella comunità? La sfida, per le generazioni attuali di persone disponibili all’impegno, è davvero grande. Si trovano di fronte a un mondo caratterizzato, ancor più dopo la pandemia, da squilibri, crescita delle disuguaglianze e diminuzione della mobilitàsociale. Proprio la pandemia impone un ridisegno complessivo di tutto il welfare per tenere conto dei cambiamenti delle nuove modalità di lavoro, dell’andamento dell’occupazione, della sostenibilità del sistema pensionistico e sanitario.

Tantissimo è cambiato dai tempi in cui Paola e tanti altri muovevano i loro primi passi all’interno della nostra associazione e dell’impegno sociale. Pensiamo alle informazioni, fornite non solo da giornali e riviste, ma da una molteplicità di fonti, attive in tempo reale, in cui è difficile orientarsi e destreggiarsi tra ciò che è realmente attendibile e ciò che invece è fake news. O pensiamo al contesto sociale, in cui per far valere i propri diritti i cittadini devono seguire procedure informatiche sempre più complesse, se non astruse e inaccessibili, in particolare per anziani e pensionati. Al punto che non è più possibile presentare e seguire alcuna istanza senza la “mediazione tecnologica” di un Patronato, di un Caf o di persone volontarie preparate.

Non mancano insomma le sfide per chi oggi voglia impegnarsi per il bene della comunità. Paola e la generazione di aclisti di quel tempo hanno aperto una strada, usando e valorizzando mezzi e strumenti disponibili per avere una società migliore. È possibile che le nuove generazioni raccolgano il testimone e continuino su questa strada?

(Franco Marchiori, Segretario provinciale Fap Acli Venezia)

Foto di John Moeses Bauan da Unsplash

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