L’assegno unico cancella (quasi) tutto, ma non le spese detraibili dal 730

La rivoluzione assegno unico semplificherà in modo netto l’ambito dei sostegni economici alla genitorialità. Come abbiamo già avuto modo di spiegare, sono tante le misure abrogate o in corso di abrogazione, a partire dagli assegni famigliari e dalle detrazioni Irpef per figli a carico. Ci sono però altre misure che resteranno in vigore, come il Bonus asilo nido e, soprattutto, le detrazioni d’imposta.

Quest’ultime, in particolare, non vanno confuse con le detrazioni Irpef, che “spariranno” dalle buste paga a partire dal prossimo mese di marzo. Si potrà invece continuare a godere delle detrazioni d’imposta, recuperando cioè attraverso il 730 tutte le spese detraibili sostenute dal contribuente, in particolare per i figli a carico. Assieme alle spese mediche e per la casa, in sede di denuncia dei redditi le spese sostenute per i figli sono infatti per molti la principale fonte di detrazioni.

Ecco una breve carrellata di tutto ciò che sarà possibile detrarre anche dopo l’entrata in vigore dell’assegno unico, a patto ovviamente di presentare al Caf le relative ricevute e attestazioni. A questo proposito, ricordiamo che tutte le spese sotto elencate possono essere detratte solo se sono state pagate con strumenti tracciabili (bancomat, carte di credito, carte prepagate, bonifici bancari o postali). Al contrario, le spese pagate in contanti non potranno godere di alcun beneficio fiscale.

Partiamo dalle spese per la scuola: cosa è possibile detrarre nel 730? Per semplificare la risposta, ricordiamo innanzitutto le tipologie di spesa che non possono essere detratte, ovvero quelle per l’acquisto dei libri di testo e di tutti gli accessori scolastici (materiali, cancelleria, zaini, …). Sono invece detraibili tutte le altre spese relative alla frequenza di tutti i cicli scolastici, dal nido alle superiori, sia presso scuole pubbliche che private.

In dettaglio, per l’asilo nido, sia pubblico che privato, possono essere portate in detrazione al 19% le rette mensili per la frequenza ma solo su un importo massimo, per ogni figlio, di 632 euro annui.

Per la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo e secondo grado, possono essere portate in detrazione al 19% le seguenti spese, fino ad un massimo di 800 euro per ogni figlio: tasse di iscrizione, tasse di frequenzacontributi volontari deliberati dagli istituti, spese per la mensa scolastica, per servizi scolastici integrativi (assistenza al pasto, pre e post scuola)per il trasporto scolastico, per gite e viaggi di istruzione, nonché ogni contributo finalizzato all’ampliamento dell’offerta formativa deliberato dagli organi d’istituto (corsi di lingua, teatro, ecc.).

Sono inoltre detraibili al 19% le erogazioni liberali alle scuole finalizzate all’innovazione tecnologica, all’edilizia scolastica e all’ampliamento dell’offerta formativa (senza tetto di spesa) e le spese sostenute per l’acquisto degli abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale (tetto massimo di spesa 250 euro). Senza tetto di spesa anche la detrazione per l’acquisto di sussidi per favorire la comunicazione verbale e l’apprendimento delle lingue da parte degli studenti affetti da disturbi dell’apprendimento (DSA): in questo caso occorre presentare la prescrizione medica che attesti la necessità degli strumenti.

Infine ricordiamo che sono detraibili anche le spese per l’attività sportiva svolta da bambini e ragazzi dai 5 ai 18 anni nonché numerose spese legate all’iscrizione e frequenza di corsi di studio universitari.

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