“Per una sanità in buona salute”, presentato il nuovo report della Fap Acli Venezia

Come sta la sanità pubblica in Italia? Come affrontare il problema delle liste di attesa e della fuga dei medici verso il privato? Quali prospettive dalla riforma della sanità territoriale? Ancora una volta la FAP Acli Venezia è tornata ad affrontare il tema dell’evoluzione dello stato sociale, con un’attenzione particolare all’ambito sanitario. Venerdì 24 maggio a Mirano, in collaborazione con le Acli provinciali, con il locale Circolo Acli e con il Comune di Mirano, è stato presentato ad un numeroso pubblico il nuovo report “Per una sanità in buona salute”, in cui sono esposte, nel contesto delle note criticità, una serie proposte tese a salvaguardare le caratteristiche fondamentali della sanità pubblica, a partire dal principio di equità alla base del Servizio Sanitario Nazionale. La versione integrale del report è scaricabile da questo link.

L’incontro del 24 maggio è stato arricchito dagli interventi di Franco Marchiori, vicesegretario della FAP Acli Venezia e autore della ricerca, Andrea Martellato, presidente della Conferenza dei Sindaci dell’Ulss 3, Andrea Scarpa, medico di famiglia e delegato del Sindacato Medici Italiani e Federico Caldura, assessore alla Programmazione e agli ATS del Comune di Mirano. Da tutti gli interventi sono emerse le difficoltà che sta attraversando la sanità pubblica, anche in un contesto considerato d’eccellenza come quello veneto, e la necessità di rivedere l’organizzazione complessiva dei servizi sanitari, anche alla luce del sempre più veloce invecchiamento della popolazione.

“Nel nuovo report – sottolinea Franco Marchiori – analizziamo in particolare le conseguenze sulla organizzazione complessiva della sanità pubblica del passaggio di un gran numero di medici, infermieri e personale sanitario verso il settore privato, alla ricerca di migliori condizioni di lavoro. Inoltre abbiamo presentato le ragioni che impongono maggiori investimenti sulla sanità pubblica, avendo come riferimento l’emergenza liste di attesa e le disuguaglianze causate dalla spesa privata di tasca propria”.

L’interesse complessivo per il bene salute, ha spiegato Marchiori, può essere tutelato solo dal Servizio Sanitario Nazionale, che sovrintende alle strutture della sanità pubblica e a quelle della sanità privata. “Ma se al SSN non saranno destinate le risorse necessarie alla sua funzione, la tendenza sarà inevitabilmente l’accelerazione del processo di privatizzazione, con il rischio di una forte divaricazione. Da un lato una sanità pubblica che destina gran parte delle risorse ad interventi complessi e costosi per la cura e l’assistenza delle persone (pronto soccorso, terapie intensive, lungo degenza, …) e risorse residuali per una popolazione che, appartenendo alla fascia più povera, non è in grado di sostenere la spesa della sanità privata attende i tempi sempre più lunghi delle liste di attesa. Dall’altro una sanità privata che investe prevalentemente sulle prestazioni che possono essere differite, cioè le meno costose e quindi più redditizie, esercitando una forte pressione con strumenti di marketing pubblicitario, dove operano soggetti svincolati dalla tutela della salute intesa come interesse pubblico”.

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