Chiamati ad essere una realtà plurale e irrequieta. Capace di essere popolare, sinodale, democratica, pacifica e cristiana. È questo il messaggio che le Acli di tutta Italia hanno riportato a casa dall’udienza del 1° giugno con Papa Francesco. Un momento per tanti versi storico, non solo per celebrare gli ottant’anni dalla fondazione della nostra associazione, ma anche per ribadire ancora una volta la nostra fedeltà alla Chiesa e al Vangelo.
Tra i seimila aclisti convenuti a Roma c’erano ovviamente anche le Acli di Venezia, con un gruppo di cinquanta pellegrini di tutte le età guidati dal presidente provinciale Paolo Grigolato. Per tutti l’emozione dell’incontro con il pontefice e la bellezza di un forte momento associativo, in cui riscoprire la vastità e la pluralità di una realtà che dal 1944 opera per una società migliore.
“Acli si legge al plurale – ha sottolineato il presidente nazionale Emiliano Manfredonia all’apertura dell’udienza -. Siamo un insieme di associazioni, multiformi, inquiete, che aggregano, sollevano, propongono. Nelle maglie della nostra azione sociale abbiamo a cuore il pieno sviluppo di ognuno. Ci sentiamo chiamati ad unire le persone, metterci volto a volto e sanare le ferite, sostenere i più anziani, amare i più piccoli, promuovere le famiglie”. “Siamo e rimarremo sempre sulla soglia della nostra Chiesa – ha proseguito Manfredonia – non per difenderla, ma per provare a far avvicinare quante più persone al messaggio del Vangelo. Rimaniamo sulla soglia perché il nostro intento non è creare un’utopica società cristiana, ma formare cristiani nella società”.
Come già avvenuto in passato, ancora una volta l’incontro con un Pontefice è stata l’occasione per tracciare nuove rotte associative. Cinque, in particolare, gli stili e le parole chiave che Francesco ha consegnato alle Acli per indicarci la strada da seguire. “La prima è lo stile popolare – ha affermato il Papa – Si tratta non solo di essere vicini alla gente, ma di essere e sentirsi parte del popolo. La vera essenza del popolo risiede nella solidarietà e nel senso di appartenenza. Nel contesto di una società frammentata e di una cultura individualista, abbiamo un grande bisogno di luoghi in cui le persone possano sperimentare questo senso di appartenenza creativo e dinamico, che aiuta a passare dall’io al noi, a elaborare insieme progetti di bene comune e a trovare le vie e i modi per realizzarli. È questa la vocazione dei vostri Circoli”.
“La seconda caratteristica è lo stile sinodale. Lavorare insieme, collaborare per il bene comune è fondamentale. È uno stile che vi appartiene strutturalmente perché, come ha detto il vostro presidente presentandovi, siete un insieme di associazioni “multiformi e inquiete”, che sapete camminare insieme tra voi e anche a mescolarvi con le altre forze della società, facendo rete e promuovendo progetti condivisi”.
“La terza caratteristica: uno stile democratico. La fedeltà alla democrazia è da sempre un tratto distintivo delle Acli. Oggi ne abbiamo tanto bisogno. Democratica è quella società in cui c’è davvero un posto per tutti, nella realtà dei fatti e non solo nelle dichiarazioni e sulla carta. Per questo è importante il molto lavoro che fate soprattutto per sostenere chi rischia l’emarginazione: i giovani, le donne, i lavoratori più fragili, i migranti, i pensionati”.
“Quarto: uno stile pacifico, cioè da operatori di pace. In un mondo insanguinato da tante guerre, so di condividere con voi l’impegno e la preghiera per la pace. Per questo vi dico: le Acli siano voce di una cultura della pace, uno spazio in cui affermare che la guerra non è mai “inevitabile” mentre la pace è sempre possibile; e che questo vale sia nei rapporti tra gli Stati, sia nella vita delle famiglie, delle comunità e nei luoghi di lavoro”.
“Infine, uno stile cristiano. Lo menziono per ultimo non come un’appendice, ma perché si tratta della sintesi e della radice degli altri aspetti di cui abbiamo parlato. A chi possiamo guardare per capire che cosa vuol dire essere operatori di pace fino in fondo, se non al Signore Gesù? Dove possiamo trovare ispirazione e forza per accogliere tutti, se non nella vita di Gesù? Assumere uno stile cristiano vuol dire crescere nella familiarità con il Signore e nello spirito del Vangelo, perché esso possa permeare tutto ciò che facciamo e la nostra azione abbia lo stile di Cristo e lo renda presente nel mondo”.
Testo integrale dell’intervento di Papa Francesco
Intervento del presidente nazionale delle Acli Emiliano ManfredoniaIntervento dell’assistente spirituale delle Acli padre Giacomo Costa