Progetto Fuori la testa, avviate le attività con i primi corsi di italiano

Sono partite ufficialmente le attività di Fuori la testa, il nuovo progetto promosso dalle Acli regionali del Veneto e dalle sedi provinciali di Venezia, Treviso e Verona. Questa settimana, grazie anche alla collaborazione del Comune di Venezia, sono stati attivati a Mestre i primi corsi di italiano per under 25 di origine straniera previsti dall’iniziativa: due rivolti a giovani mamme, due per adolescenti neoarrivati e uno per minori stranieri non accompagnati.

Fuori la testa, cofinanziato dalla Regione Veneto nell’ambito del Bando ADP 2022, punta a dare una risposta all’onda lunga della pandemia. “Se la fase acuta dell’emergenza sanitaria è fortunatamente alle spalle – sottolineano i promotori -, lo stesso non può dirsi degli effetti sul piano sociale. Pensiamo innanzitutto alle persone più fragili, che maggiormente hanno risentito e risentono, dal punto di vista psicologico, dei drastici cambiamenti alla vita relazionale imposti per il contenimento del virus”.

A Venezia, grazie ad un’ampia rete di partner attivata dalle Acli provinciali, i beneficiari del progetto saranno come detto gli under 25 di origine straniera, in particolare giovani mamme, ragazzi neoarrivati e ospiti delle comunità per minori non accompagnati. Per loro sono state pensate varie tipologie di attività, dai corsi di italiano come quelli appena avviati a percorsi di conoscenza del territorio. Menzione speciale per un podcast che sarà prodotto in collaborazione con Radio Ca’ Foscari, l’emittente ufficiale dell’ateneo veneziano: a conclusione di uno specifico percorso di scrittura creativa, un gruppo di giovani e giovanissimi stranieri si metteranno in gioco rielaborando e raccontando le loro storie di migranti, anche grazie alla collaborazione con la Rete Biblioteche Venezia RBV, le cui sedi di Marghera e Carpenedo – Bissuola accoglieranno il laboratorio.

Come sottolineato dall’Osservatorio Regionale Immigrazione, “se per tutti i ragazzi, durante la pandemia, la chiusura delle scuole ha toccato non solo gli apprendimenti ma anche le relazioni, per i ragazzi di origine straniera ciò è stato se possibile più devastante perché si è tradotto nella chiusura di quegli spazi che consentono loro di differenziarsi dall’esperienza dei genitori”. Due le conseguenze principali. Da un lato un rifugiarsi nel “virtuale”, con un utilizzo ancora più intensivo del cellulare. Da questo punto di vista molti ragazzi si sono letteralmente “chiusi”, perdendo capacità di rapportarsi ai coetanei particolarmente nei casi in cui vi erano già delle difficoltà precedenti. Dall’altro lato la possibile partecipazione a più o meno improvvisate “organizzazioni di strada”, che hanno rappresentato una sorta di luogo, sia pure deviante, di ritrovo della dimensione di socialità”. Ora, con il progetto Fuori la testa, si cercherà di contrastare queste tendenze, proponendo dinamiche sane di incontro e socialità

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