Tre incontri alla “scoperta” di tre diverse culture, per migliorare la capacità dei servizi, e in generale della comunità, di accogliere utenti stranieri. È la nuova attività che, a partire da lunedì 8 febbraio, le Acli provinciali di Venezia propongono nell’ambito del Progetto Squeri, l’iniziativa promossa in collaborazione con il Comune di Venezia e con il cofinanziamento dell’Unione Europea nell’ambito del Bando Welfare di Comunità – La città SIcura di sé. Gli incontri sono rivolti in particolare a chi, per motivi professionali o di volontariato, è chiamato ad entrare in relazione con persone di cittadinanza straniera.
Tre gli appuntamenti online in programma per tre lunedì consecutivi (8, 15 e 22 febbraio), tutti dalle 14.00 alle 16.00. In ogni incontro, con l’aiuto di un mediatore o di un esperto del settore, saranno approfonditi aspetti relativi a tre delle nazionalità o gruppi etnici maggiormente rappresentanti nel territorio del Comune di Venezia: Cina, Bangladesh ed Est Europa. Si parte lunedì 8 con la presenza di Angela Verso, facilitatrice linguistica ed esperta di migrazioni cinesi in Veneto, per proseguire lunedì 15 con Hasna Hena Mamataz, mediatrice culturale bengalese, e concludere lunedì 12 con Gianfranco Bonesso, già responsabile del Servizio Immigrazione del Comune di Venezia, con un approfondimento sulla cultura dell’Est Europa. Tutti gli incontri sono a partecipazione gratuita e si svolgeranno sulla piattaforma Meet: per partecipare (ad un solo incontro o all’intero ciclo) inviare una mail a segreteria.venezia@acli.it o inviare un messaggio al 3807569475 indicando il proprio nome e cognome e il servizio/associazione di appartenenza.
“Nel nostro territorio – sottolinea il presidente della Acli provinciali di Venezia Paolo Grigolato – la presenza di cittadini straniera è caratterizzata da nuclei famigliari sempre più stabili e radicati, come testimonia l’aumento della componente femminile e del numero di bambini di origini straniere iscritti alle scuole. Di conseguenza aumentano e si ampliano i bisogni da essi espressi, bisogni da “cittadini residenti” prima ancora che da “cittadini stranieri”: aumentare la capacità di accogliere e rispondere a questi bisogni crediamo sia un passo importante verso una maggiore coesione sociale e, di conseguenza, verso un miglioramento della qualità della vita dell’intera comunità”.