Un’occasione per riscoprire il senso profondo della Festa della Donna. Ma anche l’esordio pubblico di un gruppo di giovani legati all’esperienza delle Acli. È il duplice significato di “Quello che le donne (non) dicono – Volti e risvolti dell’essere donna nel mondo”, incontro-dibattito promosso a Martellago dal gruppo Nuovi 20 Acli per venerdì 4 marzo alle 20.45 all’auditorium San Salvatore (piazza Vittoria 11, vedi sulla mappa).
Alla serata, promossa in collaborazione con il locale Circolo Acli e con il patrocinio del Comune di Martellago, interverranno Tahmina Akter, scrittrice e mediatrice culturale bengalese, Maria Khurasani, imprenditrice afgana, Gulala Salih, attività e rappresentante in Italia per Kurdistan Save the Children, e Cecilia Rocco, studiosa dei diritti umani.
“Ci siamo mai chiesti – sottolineano gli organizzatori – perché celebriamo la Festa della Donna? Perché nella prima settimana di marzo le case si riempiono di mimose e i nostri feed nei social spopolano di immagini femministe? Ebbene sì, per ricordarci che le donne hanno conquistato il loro ruolo nella società, per le battaglie combattute per raggiungere i loro obiettivi, per riconoscere la loro pari importanza nella nostra società. Ma ci chiediamo mai a che punto siamo? E come vive una donna dall’altra parte del Mediterraneo, a migliaia di chilometri di distanza o semplicemente alla porta accanto? Con le nostre ospiti, ciascuna con le proprie realtà ed esperienze da condividere, uniremo i punti per tracciare la forma che hanno i diritti delle donne in Italia e nel mondo ai nostri giorni”.
Come detto, l’appuntamento segna anche l’esordio del gruppo Nuovi 20 Acli. “Venti come il soffio di idee nuove, 20 a sottolineare la giovane età dei componenti – spiega Pierangelo Molena, presidente del Circolo Acli Martellago -. Accompagniamo con gioia i primi passi di questa nuova esperienza, un “incubatore” di pensieri e iniziative che nelle prossime settimane si concretizzerà in nuove attività e proposte. L’idea che i valori storici delle Acli possano trovare nuove gambe su cui camminare è sicuramente una bella prospettiva, non solo per il nostro Circolo, ma anche e soprattutto per la nostra comunità”.