Quota 102, Opzione Donna, Ape Sociale: le alternative per andare in pensione nel 2022

Con la Legge di bilancio 2022 sono state sostanzialmente confermate tutte le anticipazioni in materia previdenziale. Ecco dunque come si potrà andare in pensione quest’anno, in alternative alle regole ordinarie che chiedono il perfezionamento di almeno 41 anni e 10 mesi di contributi indipendentemente dall’età anagrafica (pensione anticipata) o il raggiungimento di un’età anagrafica pari a 67 anni unitamente a 20 anni di contributi (pensione di vecchiaia). Come sempre le sedi del Patronato Acli della provincia di Venezia sono a disposizione per consulenze previdenziali personalizzate e per l’assistenza in tutte le fasi di presentazione della domanda di pensione.

La novità più importante è la cosiddetta Quota 102, una nuova porta di accesso alla pensione che sarà introdotta solo per il 2022. Il nuovo trattamento pensionistico sarà rivolto ai lavoratori che, entro il 31 dicembre 2022, avranno maturato i requisiti dei 64 anni di età e dei 38 anni di contributi. Una volta raggiunte entrambe tali “soglie”, la finestra per la decorrenza vera e propria della pensione si aprirà dopo tre mesi per i lavoratori del settore privato e dopo 6 mesi per i dipendenti pubblici.  

È utile sottolineare come Quota 100 non vada comunque completamente… in pensione. Chi infatti avrà maturato i requisiti richiesti al 31 dicembre 2021 (62 anni di età e 38 anni di contributi) e non è andato in pensione entro quest’anno, avrà sempre la possibilità di farlo anche negli anni successivi. Lo stesso vale per chi maturerà i requisiti previsti da Quota 102 nell’arco del prossimo anno: se deciderà di continuare a lavorare, potrà comunque sfruttare l’opportunità e accedere al pensionamento anche nel 2023, 2024 e anni successivi.

Sono previste poi due importanti conferme. La prima riguarda Opzione Donna, opportunità che riguarda le lavoratrici con 58 anni (per le dipendenti) o 59 anni (per le autonome) e 35 anni di contributi. La facoltà è sostanzialmente a disposizione per le lavoratrici dipendenti nate entro il 31 dicembre 1963 e delle autonome nate entro il 31 dicembre 1962 a condizione, per entrambe le categorie, che sia raggiunto entro il 31 dicembre 2021 il requisito contributivo di 35 anni. Ricordiamo scegliendo questa opzione, la pensione viene calcolata interamente con il sistema contributivo e subisce una decurtazione media del 20-30% rispetto alle regole del sistema misto retributivo-contributivo. Il taglio è tuttavia molto variabile a seconda dell’età della lavoratrice e del suo percorso professionale.

La seconda conferma è l’Ape Sociale. Anche nel 2022 gli addetti ai lavori “gravosi” potranno andare in pensione con 63 anni di età e 36 di contributi. Le professioni classificate come gravose sono riportate qui (all’allegato A) e qui. Sempre con Ape Sociale si potrà accedere al pensionamento anche con 63 anni di età e 30 di contributi, a patto di rientrare in una delle seguenti categorie: disoccupati che hanno terminato di utilizzare gli ammortizzatori sociali, lavoratori con handicap pari almeno al 74%, caregivers (persone che danno assistenza quotidianamente ad un familiare non autosufficiente).

(Foto created by jcomp – www.freepik.com)

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