Come sarà possibile andare in pensione nel 2025? Se nel 2024 erano state introdotte alcune restrizioni, quest’anno quadro generale è rimasto sostanzialmente invariato. L’ultima Legge di bilancio ha confermato infatti tutte le opzioni alternative alle regole ordinarie, che chiedono il perfezionamento di almeno 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne) indipendentemente dall’età anagrafica (pensione anticipata) o il raggiungimento di un’età anagrafica pari a 67 anni unitamente a 20 anni di contributi (pensione di vecchiaia).
Di seguito una carrellata delle principali alternative. Come sempre le sedi del Patronato Acli della provincia di Venezia sono a disposizione per consulenze previdenziali personalizzate e per l’assistenza in tutte le fasi di presentazione della domanda di pensione: clicca qui per prenotare il tuo appuntamento online.
Innanzitutto, viene confermata Quota 103, con i medesimi requisiti (62 anni e 41 anni di contributi) e con la formula depotenziata introdotta nel 2024. La pensione viene quindi calcolata con il sistema contributivo e non più con il misto come era stato fino al 2023. Inoltre fino a 67 anni l’importo massimo della pensione non potrà eccedere il valore pari a quattro volte il trattamento minimo INPS (2.394 euro lordi al mese), mentre sino al 2023 il limite era cinque volte il trattamento minimo. Infine, per quanto riguarda le finestre di slittamento, la prestazione decorre sette mesi dalla maturazione dei requisiti per i lavoratori del settore privato e nove mesi per i lavoratori pubblici.
A questo proposito, è utile ricordare che gli effetti di Quota 100, Quota 102 e della “vecchia” Quota 103 sono ancora in vigore. Quindi, chi avesse maturato Quota 100 entro il 2021 (62 anni di età e 38 di contributi) e non fosse andato in pensione, può farlo anche nel 2025. Lo stesso vale per coloro che entro il 2022 avessero maturato i requisiti per Quota 102 (64 anni di età e 38 di contributi) o entro il 2023 i requisiti per quota 103 (62 anni di età e 41 di contributi). Inoltre, per tutte e tre le Quote, è prevista una totale incumulabilità con redditi da lavoro, eccezion fatta per quelli da lavoro autonomo occasionale nel limite di 5 mila euro annui.
Anche i requisiti per le altre forme di flessibilità sono stati confermati con le restrizioni introdotte nel 2024. L’Ape Sociale rimane disponibile per disoccupati che hanno terminato di utilizzare gli ammortizzatori sociali, lavoratori con invalidità pari almeno al 74%, caregivers (persone che danno assistenza quotidianamente ad un familiare non autosufficiente), lavoratori addetti ad attività “difficoltose e rischiose”. L’età minima è di 63 anni e 5 mesi, mentre il requisito contributivo è pari a 30 anni (36 anni in caso di lavoratori addetti a mansioni gravose). Anche in questo caso vale la totale incumulabilità con redditi da lavoro, sempre eccezion fatta per quelli da lavoro autonomo occasionale nel limite di 5 mila euro annui.
Anche nel 2025 Opzione Donna rimane limitata alle lavoratrici in specifiche condizioni di svantaggio (caregiver, invalide almeno al 74%, lavoratrici licenziate da aziende ufficialmente in stato di crisi). Il requisito anagrafico è pari a 61 anni (ridotti a 60 in presenza di 1 figlio, e 59 in presenza di almeno 2 figli) con almeno 35 anni l’anzianità retributiva. Entrambi questi requisiti devono essere stati maturati entro il 31 dicembre 2024. Nel caso di Opzione Donna la finestra di attesa è di 12 mesi dalla maturazione dei requisiti per le dipendenti, di 18 mesi per le lavoratrici autonome che accedono al pensionamento attraverso una delle gestioni speciali.