Dopo la crisi Covid, i redditi nel Veneziano si rimettono in moto. Apparentemente in modo significativo, più che recuperando quanto perso con la pandemia. Ma con tante ombre all’orizzonte. È questo il quadro che emerge dall’analisi statistica dei 730 elaborati dal Caf Acli Venezia (qui la tabella con tutti i dati) nel corso della campagna fiscale 2022, terminata a fine settembre. Un’analisi che, grazie all’elevato tasso di fidelizzazione degli utenti delle tredici sedi del centro di assistenza fiscale delle Acli, dislocate in tutta la provincia, permette un significativo confronto con i numeri degli anni scorsi. “Anche quest’anno – sottolinea Cristian Rosteghin, direttore del Caf Acli Venezia – per rendere più significativo il confronto abbiamo scelto di non tenere in considerazione tutte le pratiche elaborate, ma solo quelle degli utenti che si erano già rivolti ai nostri uffici nel 2021. In questo modo è possibile avere un confronto ancor più significativo con i numeri degli scorsi anni”. Il campione, pur “scremato”, resta numericamente molto significativo, con l’analisi aggregata dei dati di 18.799 contribuenti.
Il dato principale è il reddito medio dichiarato nel 2022 (riferito ovviamente al 2021) dai contribuenti veneziani che si sono rivolti al Caf Acli: 21.460 euro, 544 in più rispetto allo scorso anno, quando i redditi erano calati di 470 euro. “In un solo anno – sottolinea Rosteghin – c’è stato un aumento del 2,6%. Un dato significativo, considerando non solo il calo del 2,2% registrato nel 2020, ma anche il lento aumento dell’1,5% registrato complessivamente tra il 2016 e il 2020 secondo le nostre serie storiche”.
“Il rimbalzo dell’economia, stando almeno a questi dati, c’è stato davvero – commenta Paolo Grigolato, presidente delle Acli provinciali di Venezia -. Era per certi versi inevitabile, visto che il 2020 era stato per molti fattori un anno eccezionalmente negativo. Ma in questo quadro generalmente positivo, occorre sottolineare come comunque permangano significative differenze fra le varie categorie di contribuenti”. Se è vero ad esempio che nel 2021 le donne hanno recuperato in media ben più di quanto perso nel 2020 (549 euro contro una precedente perdita di 266), meglio in proporzione anche degli uomini, la forbice di genere è ulteriormente aumentata, sfondando il tetto degli 11 mila euro. Ottimo anche il recupero per i contribuenti di origine straniera, tra i più colpiti l’anno scorso quando avevano perso in media 897 euro, più che compensato dall’aumento di 980 euro di quest’anno. Ma anche in questo caso rimane una forbice significativa con i contribuenti nati in Italia di 5.170 euro. A livello generazionale, migliora in modo più significativo la condizione degli under 45 e pensionati, mentre tra i 45 e i 64 anni il recupero è solo parziale. Luci solo parziali anche sul comune di Venezia, dove a causa della crisi del turismo, l’anno scorso si era registrata una perdita media doppia rispetto al resto della provincia (702 contro 356 euro). Anche in questo caso il rimbalzo c’è stato, ma molto più marcato nel territorio provinciale (più 2,9%) rispetto a Venezia (più 1,9%).
“Praticamente tutti i dati – sottolinea Grigolato – ci riportano in sostanza alla situazione di partenza di due anni fa, quando già denunciavamo la sostanziale stagnazione dei redditi nel nostro territorio e la fossilizzazione di tante fratture che, a livello reddituale e non solo, dividono internamente le nostre comunità. Con il rischio che il 2021 abbia rappresentato solo una momentanea uscita dal tunnel”. Se già nel 2021 l’inflazione (nel Veneziano pari all’1,6%) si è mangiata oltre la metà dell’aumento dei redditi, nel 2022 la situazione potrebbe essere ben peggiore: solo ad ottobre, sempre a Venezia, l’indice dei prezzi al consumo ha registrato un aumento dell’11,5% rispetto al 2021. “Dovremo aspettare la prossima campagna fiscale per avere il quadro dei redditi di quest’anno. Ma già ora sappiamo che sull’altro piatto della bilancia dovremmo mettere un aumento estremamente significativo del costo della vita, innescato principalmente dal caro energia. E in un quadro di redditi sostanzialmente fermi, ciò non potrà che mettere in difficoltà tante famiglie”.
“Già dodici mesi fa – conclude Grigolato – avevamo concluso l’analisi dei redditi lanciando un appello a moltiplicare gli sforzi affinché nessuno venisse lanciare indietro. Un appello che coinvolgeva tutti, dalla pubblica amministrazione al terzo settore. E che rilanciamo ora con ancora più forza, perché se l’anno scorso il quadro economico lasciava intravedere segni di miglioramento, ora a prevalere sono le preoccupazioni”.