Con il tanto atteso ritorno tra i banchi di scuola, per le famiglie riparte anche la raccolta di ricevute e giustificativi di spesa da portare in detrazione nella prossima denuncia dei redditi. Sono infatti tante le spese scolastiche che determinano un beneficio fiscale, a patto ovviamente che siano presentate le relative ricevute e attestazioni.
Ricordiamo innanzitutto le tipologie di spesa che non possono essere detratte, ovvero quelle per l’acquisto dei libri di testo e di tutti gli accessori scolastici (materiali, cancelleria, zaini, …). Sono invece detraibili tutte le altre spese relative alla frequenza di tutti i cicli scolastici, dall’asilo nido alla scuola secondaria di secondo grado, sia presso scuole pubbliche che presso istituti parificati (attenzione: le aliquote e i tetti di spesa riportati di seguito si riferiscono al 730/2020 e quindi occorrerà attendere la loro conferma/modifica per capire l’ammontare del beneficio fiscale nel 730/2021).
In dettaglio, per l’asilo nido, sia pubblico che privato, possono essere portate in detrazione al 19% le rette mensili per la frequenza ma solo su un importo massimo, per ogni figlio, di 632 euro annui.
Per la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo e secondo grado, possono essere portate in detrazione al 19% le seguenti spese, fino ad un massimo di 800 euro per ogni figlio: tasse di iscrizione, tasse di frequenza, contributi volontari deliberati dagli istituti, spese per la mensa scolastica, per servizi scolastici integrativi (assistenza al pasto, pre e post scuola), per il trasporto scolastico, per gite e viaggi di istruzione, nonché ogni contributo finalizzato all’ampliamento dell’offerta formativa deliberato dagli organi d’istituto (corsi di lingua, teatro, ecc.).
Infine sono detraibili al 19% le erogazioni liberali alle scuole finalizzate all’innovazione tecnologica, all’edilizia scolastica e all’ampliamento dell’offerta formativa (senza tetto di spesa) e le spese sostenute per l’acquisto degli abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale (tetto massimo 250 euro).
Un’ultima fondamentale annotazione: la Legge di Bilancio 2020 ha introdotto l’obbligo di pagare con strumenti tracciabili (bancomat, carte di credito, carte prepagate, bonifici bancari o postali), per la grande maggioranza delle spese che danno diritto alle detrazioni Irpef del 19%. Tra queste rientrano anche le spese per l’istruzione universitaria, che per essere detratte dalla prossima denuncia dei redditi non potranno dunque essere effettuate in contanti.