La partita dell’esclusione dei titoli di Stato dal calcolo dell’ISEE ha fatto un altro passo decisivo. Ma non è ancora chiusa del tutto. Dopo un’attesa durata più di un anno, il 5 marzo è infatti entrata in vigore la norma che “detrae” dal valore dell’indicatore economico familiare i Bot, Btp, e gli strumenti di risparmio postale garantiti dallo Stato (vedi buoni fruttiferi e libretti di risparmio) fino a un massimo di 50.000 euro.
Manca però l’ultimissimo tassello (quello davvero operativo) del nuovo regolamento che dovrà essere aggiornato dall’INPS sulla base della normativa modificata. È da qui, infatti, che passeranno, sia tramite le precompilate ISEE che tramite l’assistenza dei Caf, le nuove procedure di compilazione ed elaborazione dell’indicatore. La legge indica in 30 giorni i tempi di adeguamento, quindi il tutto è rinviato ad aprile.
Il tema non è secondario. Solo tra gli ISEE già elaborati da gennaio ad oggi, ci sono infatti fino a 3 milioni di attestazioni da ricalcolare, perché appunto includono Bot e forme di risparmio similari. Per gli interessati l’indicatore è quindi destinato ad abbassarsi, alzando di conseguenza il valore delle prestazioni collegate, a partire da assegno unico, bonus sociali gas e luce, bonus nido, ma anche tante altre forme di contributo elargite a livello locale
Ma adesso cosa succede? Nell’immediato, nulla. Fino a quando non entreranno in vigore il nuovo regolamento ISEE e le relative procedure, le attestazioni continueranno ad essere elaborate secondo le regole attuali, quindi includendo i titoli di Stato.
La vera partita, da aprile in poi, sarà il ricalcolo degli ISEE già rilasciati. Al momento non è possibile dare informazioni certe. Penserà l’INPS a ricalcolarle d’ufficio? Oppure le famiglie dovranno comunque tornare al CAF a farsele ricalcolare? In questo caso la pratica sarà gratuita o a pagamento? Tanti dubbi leciti che però saranno sciolti solo nelle prossime settimane.