In questi giorni il dibattito sui cambiamenti del sistema pensionistico si è fatto frenetico. Con quest’anno infatti si conclude la sperimentazione di Quota 100 ed è dunque certo un intervento del Governo nell’ambito della legge di Bilancio 2022. Come sempre in queste occasioni tante informazioni, più o meno verificate, si rincorrono su tutti i canali, spesso creando confusione. Con l’aiuto (e l’autorevolezza in materia pensioni) del Patronato Acli proviamo dunque a fare un po’ di chiarezza. Non si può parlare di certezze ma, in attesa di conferme dal punto di vista legislativo, le novità e le conferme per il nuovo anno dovrebbero essere le seguenti.
La novità più importante è la cosiddetta Quota 102, una nuova porta di accesso alla pensione che sarà introdotto solo per il 2022. Il nuovo trattamento pensionistico sarà rivolto ai lavoratori che, entro il 31 dicembre 2022, avranno maturato i requisiti dei 64 anni di età e dei 38 anni di contributi. Una volta raggiunte entrambe tali “soglie”, la finestra per la decorrenza vera e propria della pensione si aprirà dopo tre mesi per i lavoratori del settore privato e dopo 6 mesi per i dipendenti pubblici. Naturalmente, visti i requisiti che presuppongono un’anzianità contributiva iniziata prima del 1996, anno di introduzione del sistema contributivo, per questi lavoratori la pensione sarà calcolata con il sistema misto, cioè contributivo più retributivo.
È importante sottolineare come Quota 100 non vada comunque completamente… in pensione. Chi infatti avrà maturato i requisiti richiesti al 31 dicembre 2021 (62 anni di età e 38 anni di contributi) e non è andato in pensione entro quest’anno, avrà sempre la possibilità di farlo anche negli anni successivi. Lo stesso vale per chi maturerà i requisiti previsti da Quota 102 nell’arco del prossimo anno: se deciderà di continuare a lavorare, potrà comunque accedere al pensionamento anche nel 2023, 2024 e anni successivi.
Sono previste poi due importanti conferme. La prima riguarda Opzione Donna, opportunità che riguarda le lavoratrici con 58 anni (per le dipendenti) o 59 anni (per le autonome) e 35 anni di contributi. Tali requisiti devono però essere stati raggiunti entro il 31 dicembre 2021.
La seconda conferma è l’Ape Sociale. Anche nel 2022 gli addetti ai lavori “gravosi” potranno andare in pensione con 63 anni di età e 36 di contributi. Sempre con Ape Sociale si potrà accedere al pensionamento anche con 63 anni di età e 30 di contributi, a patto di rientrare in una delle seguenti categorie: disoccupati che hanno terminato di utilizzare gli ammortizzatori sociali, lavoratori con handicap pari almeno al 74%, caregivers (persone che danno assistenza quotidianamente ad un familiare non autosufficiente).
Le sedi del Patronato Acli della provincia di Venezia sono a disposizione per consulenze previdenziali personalizzate e per l’assistenza in tutte le fasi di presentazione della domanda di pensione.